Hitler, Socrate, Amore e Gelato di Kim Chiari

Penso di essere stato uno dei primi a finire di leggere “Hitler, Socrate, Amore e Gelato” di Kim Chari. Appena è uscito, zac! L’ho preso e l’ho divorato. E poi ho promesso all’autore che avrei scritto una recensione, o, per meglio dire, un’opinione.

Che per le recensioni devi essere titolato. Invece per le opinioni puoi tranquillamente sparare cazzate e nessuno si stupisce. Questa è la prima che faccio sul mio blog, perciò portate pazienza.
Questo sproloquio per dire che, sette mesi dopo aver promesso una recensione, ancora le recensione non c’era. E non c’entra il mantenere le promesse. È che proprio mi scordo. Sai quelle cose che dici: dai, lo faccio dopo.
Dopo diventa domani, domani una settimana, poi un mese, un anno, mai. Nell’anno del mai scriverò cosa ne penso di Hitler, Socrate, Amore e Gelato.

Insomma, basta! Parliamo del libro.

La trama innanzi tutto.
Perché dice che se non racconti la trama, pare che non sia una buona recensione.
La trama è semplice: un tizio, Yannick, conosce una tipa, se ne innamora anche se è senza tette (la prova definitiva che l’amore è cieco, secondo me) e fa di tutto per conquistarla. A questo punto la trama si complica e compare Hitler a cavallo di un pollo, che rifonda la SS e decide di concorrere per la mano della bella. Nel frattempo intervengono anche Gengis Khan, Roberto Baggio e Socrate, che sarà il mentore invisibile del nostro Yannick, e che istruirà il ragazzo lasciandogli post-it sul frigo. Invece Tiresia si occuperà delle lezioni di vita più dure, con un turpiloquio da far impallidire un camionista.

Ora, se non l’avete capito ve lo dico io: questa storia è un concentrato di follia surreale e assurdità, una cosa che sembra partorita da un ubriaco sotto psicofarmaci.

E la seconda cosa: o si ama, o si odia. Kim Chiari non è uno scrittore da mezze misure.
O gli dici che è un fottuto genio letterario (per quanto incompreso, visto che ancora milioni di copie non le ha vendute), oppure lo aspetti sotto casa per fargli sapere, randello alla mano, cosa ne pensi del “romanzo” che ha scritto.
Io abito troppo lontano da Kim per permettermi di prendere l’auto e fare tutti quei chilometri (con i prezzi attuali del gasolio poi!) solo per aspettarlo sotto casa e rischiare una denuncia. Ho quindi optato per la prima possibilità.
Nel romanzo in realtà c’è dentro tutto quello che conta.
Lo so, voi vorreste sentirmi parlare dello stile. Niente di più noioso che un discorso sullo stile. Ma vi accontento: Kim scrive bene e il libro ve lo leggete in poco tempo. Contenti?
Torniamo a cosa c’è dentro. Sarò serio: c’è dentro l’autore.
I suoi sogni, le sue speranze, il suo ideale, ingenuo e commovente, che l’amore vince sempre, che fare il bene è meglio che fare il male, che chi fa il male è perché in realtà non ha conosciuto il bene. Che poi, chi l’ha già detta questa?
C’è dentro tutto quello che vorresti da un romanzo. La storia, intricata quanto basta, i personaggi, assurdi e irriverenti eppure così umani, così veri. La lotta per l’amore, che chi non l’ha mai fatta in vita sua? E anche se l’amore che insegue il nostro Yannick è più un’infatuazione delirante, lui cercherà comunque di diventare una persona migliore. E intanto si ride a crepapelle e si piange, si spera, si lotta.

È una storia di purezza che si scontra con l’oscurità. E allora Hitler e Socrate, il male e il bene acquistano un senso. E l’amore la fa da padrone.
E il gelato?
Quello lo lascio scoprire a voi.

Ed ora, pubblicità! Credevate di scamparla? Ingenui!
Eccovi un link se volete acquistare Hitler, Socrate, Amore e Gelato. Che tanto è lo stesso che vi ho messo in cima. Oppure lo trovate su Amazon o dove vi pare.
L’autore ve ne sarà grato.

 

 

 

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