Ulissippo e la libertà del buco del culo – parte terza

«È strano che sia io a dirtelo, visto che di solito capitava a me, ma hai perso i sensi.» rispose il Koalissippo. Mi pareva di stare in una versione lisergica di Alice nel paese delle meraviglie.
«Com’è possibile? Cos’è successo?»
«Hai detto al direttore: la libertà passa dal mio culo!» disse il Koalissippo, sgranocchiando una foglia di eucalipto caramellata «Devo dire che sono davvero fiero di te.»
«Ahahah! Che figo! E lui?»

«Le sue parole sono state: se non la smetti, ci faremo passare un bel po’ di roba, oltre alla tua libertà. A quel punto sei svenuto.»
Ebbi un calo di pressione improvviso.
«Credo che sverrò anche adesso.»
«Svenire con me non ti servirà, stronzetto!»
Sgranai gli occhi. Di fronte a me c’era Gianfranco, il secondino. Il Koalissippo era sparito, la mia cella pure. Ero nelle docce della prigione. Mi facevano male le gambe, i piedi, la pancia. E Gianfranco mi passava il manganello sotto il mento.
«È ora di finirla con questo sciopero del cazzo!» disse
«Del culo» lo corressi io.
Fu una pessima mossa. Lui alzò il manganello e lo abbassò. È strano pensare come lo stesso gesto cambi radicalmente a seconda delle circostanze. In quel caso non ci sarebbe stato nulla di male, se fra alzare e abbassare non ci fossi stato io.
Mi voltai e scostai il braccio, nel tentativo di proteggermi. Se non altro me lo presi sulla spalla anziché in testa. Caddi in terra piangendo. Gianfranco mi tirò un calcio nella schiena. Non starò a descrivere come ci si sente ad essere picchiati in prigione. I giornali la raccontano meglio.
Lui andò avanti ancora e ancora. Si vede che gli piaceva. Ovvio che non scopava da un sacco, ma non è una cosa che pensi di dire a uno che ti sta riempiendo di calci.
Ma chi cazzo me lo fa fare, pensai.
«Lo sai il perché.» disse Ulissippo.
Era di nuovo lui e stavamo ai giardini del parco, a guardare le paperelle, in un soleggiato giorno di Giuttobre. Fra l’estate e l’autunno, insomma. Comunque fosse, era inverno e Ulissippo mi raccontava della libertà. Erano momenti importanti.
«Tutto passa per il culo. Chi controlla il culo controlla il mondo.»
«È per questo che hai scoreggiato in pubblico?» chiesi «Ma ti hanno spaccato il naso poi!»
«La libertà ha un prezzo.» disse lui. «Ricordalo sempre. Anche il culo ha un prezzo, ma si svaluta in fretta.»
«La libertà invece non si svaluta?»
Lui non rispose. Rimase lì, fermo, a guardare un punto lontano che non si capiva dove fosse. Io sapevo che stava accadendo. Ulissippo guardava lontano, in un luogo così distante da sé che alla fine era il più vicino. Cercava le risposte.
«La libertà ti rende libero.» disse infine e scoreggiò. Cercare le risposte costava un certo sforzo.
«Non è la verità che ti rende libero?» chiesi.
«Ma che cazzate dici?» disse lui « La verità ti rende vero. È così ovvio. Quando non sei sotto effetto di alcolici sei un vero testa di cazzo.»
«Ho appena bevuto sei birre!» dissi, mostrandogli la bozza semivuota che avevo in mano.
Lui me la strappò e bevve a canna.
«Si vede che non erano abbastanza» replicò.
E ridemmo.

– FINE TERZA PARTE –

PS: ho deciso che ce ne sono altre due, altrettanto corte. E che il finale sarà a sorpresa. Nel senso che…bè, vedrete.

3 Risposte a “Ulissippo e la libertà del buco del culo – parte terza”

  1. Commento questo ma mi sono aggiornata anche su tutti quelli passati… Questo Ulissippo sta diventando lisergicamente interessante XD Giusto per usare una parola che non ho mai usato nella mia vita e che ho letto ora 😀
    Demenziale e basta fin d’ora, poi ad un certo punto mentre immaginavo la scena del secondino che manganella il poveretto mentre ha visioni di Koalissippo… Tutto mi appare meno chiaro, e non so se devo continuare a deridere Ulissippo perché in fondo… In fondo sto pensando che la teoria del buco del culo ha qualcosa che la fa stare in piedi, e in quella scena che ti dicevo questo viaggio mentale verso Ulissippo forse gli ha dato modo di estraniarsi dal dolore e da quello che faceva e forse… E forse tutti noi abbiamo bisogno di un Ulissippo, o forse, ancora, tutti noi possiamo trovare un Ulissippo dentro di noi… O dietro XD

    Una cosa è sicura, ognuno di noi può essere demente, ma la demenza è come il tiramisù e le lasagne, non esiste una identica ad un’altra… Ognuno è demente a modo suo, e la tua demenza è magnetica! Ahahah! Non so neppure se è un complimento XD Comunque vado a leggere l’ultimo! *-*

  2. Un commento in pieno Ulissippo style, sono commosso.prendo il complimento come tale e ti confermo che è un piacere averti come lettrice e amica.

I commenti sono chiusi.

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