La leggerezza: dotte dissertazioni sull’arte di sparare cazzate

Guarda, per un attimo ho perso me stesso.
La leggerezza, la capacità di sorridere di fronte alle assurdità della vita, di stare a ridacchiare, magari con le dita nel naso, di fronte alle scelte grandi, di quelle così grandi che solo l’idea del pensiero di provare a farle, mi sovrasta. L’ho persa quella leggerezza.
E quel pensiero mi ha spaventato, ricacciandomi giù, nelle profondità di un abisso oscuro dove non c’è scelta, non c’è vita, non c’è nulla. Solo dolore, freddo.
E morte.
Perché solo i morti non hanno paura, per citare uno dei miei film preferiti (no, non ve lo dico qual è. Tiè!). O i sassi, per citare me stesso.
Che cazzo ho detto adesso? Non lo so, ma di sicuro qualcuno che trova un senso alle mie cagate salta sempre fuori, quindi andiamo avanti a spararle. L’importante non è sparare cagate, ma saperle sparare: guarda Berlusconi dov’è arrivato con le sue!

Ti dico: ho perso la capacità di sorridere di fronte all’enormità dell’esistenza.
La vita è troppo grande e io, onestamente, te lo dico proprio chiaro e tondo, io non ci capisco una mazza. Io non pubblico su Facebook stralci di dotti pensatori che hanno sondato i misteri più profondi dell’esistenza, per irrorare i miei “amici” di saggezza cosmica (alzi la mano chi non ha pensato a oscenità sessuali, leggendo il verbo “irrorare” abbinato all’immagine sopra. Ah, non ci avevi pensato? Peccato, ora l’hai fatto!) Quelli che sono riusciti a rispondere alle domande tipo dove andiamo, cosa siamo, cosa c’è oltre la vita, dove si trova il villaggio segreto dei Puffi e così via. Ed è vero che gli Orsetti del Cuore erano tutti gay?

No. Io non l’ho ancora fatta la rettoscopia alla vita e non so se ne sarei capace. Ci vuol coraggio. E tante altre cose che non sto a dire.
E allora perché, in nome di quale oscura divinità del Male, devo prenderla seriamente? C’è già abbastanza gente seria in giro. Gente che parla di cose serie e mi sfracella i coglioni. Io non sono uno di quelli.
Io sparo cazzate, e me ne vanto. So tenere un’intera discussione in chat senza dire due frasi dotate di senso una in fila all’altra e ne ho le prove. Dimmi te se non è abilità questa. Sono un’autorità in fatto di cartoni animati, che potrei fare il consulente per genitori in crisi.
Mio figlio non ha ideali, dottore. Pensa solo a cazzeggiare tutto il giorno.
Cavalieri dello Zodiaco, signora. Due somministrazioni di mezz’ora al dì, lontano dai pasti. O Kenshiro, ma solo per i casi più difficili.

Anch’io ce li ho i miei guru, che ti credi? Miyazaki docet. Sempre.
Grazie maestro (e scusami se ti do del tu, ma ci conosciamo da così tanto tempo…), per avermi fatto vedere la più bella scena d’amore, a sei anni, in un tuo cartone. E anche se allora, come ora, non capivo una mazza, quella cosa mi è rimasta dentro (no, non c’entra il sesso, caso mai qualcuno se lo fosse domandato).

Guarda, per un attimo ho perduto me stesso. La leggerezza, la voglia di ridere anche delle cose più oscure. È successo davvero, quando avevo all’incirca 10 anni. È durato fino a ieri. Giusto un attimo.

Ora mi riprendo.

 

10 Risposte a “La leggerezza: dotte dissertazioni sull’arte di sparare cazzate”

  1. Mi viene un po’ da piangere… ma è un periodo così. Ho le emozioni a fior di pelle. Sono felice per te.

  2. Ovviamente, per amor del post, trattasi di lacrime leggerissime. Quasi evanescenti. Luminescenti. Iridescenti. Fosforescenti. Incandescenti. Fotoluminescenti. Termoluminescenti. Obsolescenti. Opalescenti. Onniscienti. Reminiscenti. Reviviscienti. Convalescenti. Fatiscenti. Ups… dove sono? che ci faccio qui? e tu chi sei????

  3. Hai finito di intasarmi il post di cazzate? Questo è un blog serio. E che diamine!

  4. Aahhahah! Grande Matty! XD
    Un consulente per genitori in crisi… Questa è genialità… O demenza… Mmm, genienza direi, si si…

    A proposito “Questo è un blog serio. E che diamine!” Ahahahah! Ci credono tutti! Aahhaha!

  5. Sei assunta come creatrice di nuovi neologismi. Che poi, ho appena scritto una cazzata, perché è ovvio che i neologismi sono nuovi, sennò cosa si chiamavano “neo” a fare?
    Alla prossima.

  6. Ahahhah! Diventano sempre più demenziali sti commenti, ma non potevi aspettarti altrimenti da un titolo “La leggerezza: dotte dissertazioni sull’arte di sparare cazzate
    “… Già dice tutto… XD

  7. L’ironia è la grande maschera che ci caliamo addosso; la spada affilata con cui affrontiamo il mondo. Io l’ho sempre pensato; e anche tu, mi accorgo…

  8. Non so. Per me l’ironia è un modo di essere e di vedere le cose. Può servire a trovare la forza di procedere anche quando sembra che non ci siano alternative, ma può servire semplicemente a stare bene quando non c’è niente di male in giro.
    Può essere anche una maschera, ma tutto può esserlo: c’è chi è rude, chi fa la persona forte, chi si atteggia a debole, chi è sempre incazzato. Ma l’ironia, intesa come l’ho intesa in questo post, ovvero come una qualità intrinseca del mio essere, non è una maschera. Sono io.

  9. Non intendevo dire che l’ironia è una maschera dietro cui ti nascondi. Capisco però che mi sono espressa male. Andavo un po’ di fretta. La maschera, così come la intendo io, ha un’altra accezione. E’ una sottile barriera che ci separa dal mondo esterno e che protegge il nostro io più profondo, preservandolo. E’ la corteccia dell’albero che racchiude, al suo interno, la nostra linfa vitale più autentica.

  10. Penso di aver compreso cosa intendi. Io però non saprei risponderti differentemente da come ho fatto, perché non so se ho un’idea precisa dell’umorismo. Nel senso che, l’unica idea sicura è quella che riguarda me stesso. E non sempre, a dire il vero…
    Grazie del passaggio e di aver alzato il tono demenziale della discussione, nonostante il titolo del post!

I commenti sono chiusi.

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