Riflessioni sulla via della montagna

Chi dice che la montagna insegna, ha proprio ragione.
A me stimola un sacco di riflessioni.

Con un paio di ore di camminata, da qualsiasi punto del Trentino si parta, si può godere di panorami davvero suggestivi.

Lago di Caldonazzo e lago di Levico
Lago di Caldonazzo e lago di Levico

Una volta in vetta, è facile sentire una sensazione di appartenenza con tutto l’ambiente circostante.
Alberi, cielo, rocce, nuvole, vento, perfino la pioggia, quando arriva: è un tutt’uno di cui tu fai parte. Un credente direbbe che si sente più vicino a Dio. La sensazione è identica, ognuno la declina secondo la sua sensibilità.
A meno di non essere un cittadino incattivito, è davvero difficile non provare questa sensazione di appartenenza e unione.

La stessa cosa non mi accade con le persone.
E’ paradossale: gli esseri umani sono molto più simili a me di sassi e caprioli, eppure non ho in automatico quella sensazione di unione che ho con la montagna, dopo due ore scarse di camminata.
E allora, è preferibile la compagnia di animali e alberi? La tentazione di pensarlo viene spesso. Se fossi incauto o cinico, di certo lo direi e forse ne farei una ragione di vita.

In realtà, la strada per l’appartenenza con gli altri esseri umani è come una lunga ascesa in vetta: interessante, complessa, emozionante, faticosa.
Ci vuole abilità, ci vuole coraggio, ci vuole cautela, ci vuole la curiosità di scoprire che cosa ci sarà lassù e ci vuole, non ultima, la consapevolezza che ci sarà un prezzo da pagare.

Salire in montagna è sempre una conquista.

2 Risposte a “Riflessioni sulla via della montagna”

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