Il bosco dei sussurri

Doveva solo attendere.
Sola, al centro della stanza, Yvaine chiuse gli occhi e pregò. Pregò che la magia si ripetesse, che l’incanto della vita si manifestasse ancora.
E la magia rispose.

Yvaine inspirò con gioia il profumo robusto del legno, quello frizzante dell’erba bagnata e quello pungente del muschio selvatico mentre si abbarbica ai tronchi.
Sentì il manto erboso del sottobosco, lucente di tinte vivide e splendente di mille gocce di rugiada. Ognuna di esse era specchio nei cui riflessi giocavano mille altri specchi, in un ripetersi infinito di colori e luci.
Udì il vento fra i rami e seppe dei messaggi d’amore che le fronde si scambiavano nell’aria tersa.

Era la vita, che fra arbusti e rampicanti, fra tronchi e cortecce secolari si spiegava per il bosco e infine l’abbracciava, avvolgendola nel suo tepore.
E sussurrandole un’antica promessa.

“Yvonne!”
Una voce lontana. Poi, una mano brutale la scosse.
Aprì gli occhi. Il bosco svanì.
“Yvonne!”
La voce era un uomo, bianco vestito come un fulgido cavaliere. Ma lo era? Qualcosa nel suo viso la inquietava.
“Chi siete messere? Perché mi avete tratto fuor dal mio bosco?”
Il cavaliere – ma forse non era tale – sbuffò.
“Piantale Yvonne. Non devi andare in giro la notte. Adesso vieni, ti riporto in stanza.”
Lei piantò i piedi.
“Messere, compiste sacrilegio violando questo luogo!”
“Ma quale sacrilegio! Adesso basta, non farmi arrabbiare. Andiamo!”
“Il bosco! Dov’è ora il bosco sacro?”
L’uomo la scosse.
“Guardati attorno Yvonne! Non c’è nessun bosco, non c’è mai stato! Gli alberi sono solo dipinti sulle pareti del refettorio. È dove mangi tutti i giorni. Ti ricordi?”
Lei si prese la testa fra le mani e cominciò a dondolarsi.
“Qui c’era… il bosco…”
Era un flebile sussurro, ma lui non sembrò ascoltarla.
“Qui è dove mangi tutti i giorni. Te lo ricordi? Ti ricordi?”
“Uh, uh…- disse lei, scuotendo la testa, con le palpebre ormai scese a mezz’asta. Si lasciò prendere per mano e guidare fuori. Strascicava i piedi, con la testa ciondoloni e le spalle incassate.
“Quattro passi per uscire, dieci passi per entrare, altri passi per salire, quattro passi per uscire, dieci passi per entrare, altri passi per salire, quattro passi…”
“Brava Yvonne, brava. Ecco siamo arrivati. Questo è il tuo letto.”
Lei biascicò qualcosa di confuso e incomprensibile.
“Brava, ora scopri il braccio. Così.”
Gli occhi, fino ad ora spenti, guizzarono.
“Dannato! Dunque vergate ancora malefici sulla mia pelle con la piuma di fibra argentea?”
“Smettila di agitarti o l’ago ti farà male! È la medicina, ti fa bene lo sai!”
“Mentite! Lordate il mio sangue con l’orrenda malia, impedendomi il ricordo del mio vero io.”
E cominciò a singhiozzare, sommessamente.
L’infermiere la stese a letto e rimboccò le coperte.
“Non potrò ricordare le mie fattezze …non potrò tornare a casa…”
“Certo che tornerai. Quando starai meglio.”
Le palpebre pesanti, la testa ciondolante, Yvonne aveva riacquistato un tranquillo sorriso ebete. Alzò a stento un dito ammonitore.
“Sì. Io ricorderò…e mio padre, il Re di Xamphia manderà il suo campione. E allora, meglio per te se non sarai sulla sua strada…”
Rimase a metà fra un ghigno e uno sbadiglio e poi crollò, vinta dal torpore.
E mentre Yvonne si abbandonava ad un sonno chimico, Yvaine, signora del bosco di Xafhron sognava. Sognava di quando avrebbe ricordato il suo aspetto, di quando il cavaliere di Xamphia, riconoscendola, l’avrebbe affrancata da quella tetra prigionia.
Quel giorno sarebbe arrivato. Il bosco, sussurrando, l’aveva promesso.

Doveva solo attendere.

16 Risposte a “Il bosco dei sussurri”

  1. Bello Matteo!
    Subito mi sono persa un attimo con i due nomi, pensavo errore di battitura, ma poi ho capito e mi è molto piaciuto.

    Il seguito?

  2. Oh, no, ma che ho fatto di male? Non c’è un seguito! Non dirmi anche tu che devo farlo…devo farlo? Se continua così, pensavo di aprire una sezione: racconti su ordinazione. Che dici?
    Intanto, grazie di essere passata!

    ps: quella dei due nomi la sbagliano tutti. Eheheh…

  3. Veramente bello, questo racconto. E’ a metà strada fra l’onirico e il realisitico e il confine fra i due generi è così labile da lasciare incerti, fino alla fine, sulla piega che prenderà il finale. La scrittura è sempre molto precisa nell’uso del lessico – noto – soprattutto quando tratteggi l’atmosfera irreale (da fiaba) che apre la storia. E dopo, quando la cruda realtà irrompe nel “sogno”, il linguaggio cambia registro, diventando quoditiano e descrivendo una miserrima realtà.
    Tuttavia, una vena d’ironia, benché tragica, l’ho colta anche qui. Sprizzava fuori dalle righe come un “guizzo”.
    Bravo.

  4. @Gioia: grazie per il commento. Come sempre, tu vedi nei miei scritti più cose di me. Ma dov’è la vena ironica? Sul serio ce n’è? Se ricapiti da queste parti, me lo faresti sapere? Io non ne vedo traccia, ti giuro.

    @Erika: non faccio il modesto, è dura inventare seguiti quando non si ha in mente di farli!

  5. L’ironia cui mi riferivo era quella di certe frasi di Yvonne, rivolte al suo “carceriere”
    “Mentite! Lordate il mio sangue con l’orrenda malia, impedendomi il ricordo del mio vero io.”; “il Re di Xamphia manderà il suo campione. E allora, meglio per te se non sarai sulla sua strada”. Se non fosse per il fatto che a pronunciarle è una ragazza in stato confusionale , farebbero ridere (almeno a me hanno fatto questo effetto) per lo stridore fra il linguaggio arcaicizzante e aulico e il contesto contemporaneo dove sono inserite. Perciò l’ho definita un’ironia “tragica”. Però, giacchè tu mi dici che d’ironia qui non c’è, questa volta, ho preso un grande abbaglio…

    Alla prossima (ora mi metterò a scrivere un po’ anch’io) Ciao.

  6. Ah, ho capito. Non credo che si possa definire ” abbaglio”. Se la guardiamo da questo punto di vista, l’ironia ci può anche essere. In fondo, è spesso una cosa soggettiva. Diciamo che io non avevo la minima intenzione di mettercela. Stranamente, avevo in mente una cosa piuttosto drammatica per una volta tanto…grazie delle precisazioni, a presto!

  7. A me invece sorge un dubbio: e se lei fosse davvero la principessa di Xamphia? Inutile dire che mi è piaciuto molto.

  8. Dubbio legittimo: non ho mai affermato che lei non lo fosse…
    Felice che ti sia piaciuto!

  9. Ciao!
    Anche secondo me lei è la principessa di Xamphia.
    Attendiamo tutti il seguito, per cui… non farti pregare!
    Bellissimo, ciao!

I commenti sono chiusi.

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