Il demone della spada dell’elfo – seconda parte

La Foresta di Tucas era quanto di più buio e spettrale Fair avesse mai visto.
Le conifere altissime e l’intrico di rami oscuravano la visione del cielo e impedivano ai raggi solari di oltrepassarne la barriera.
Laggiù, al piano terra, al cospetto di quei giganti vegetali, tutto era scuro e freddo.
Una pungente umidità penetrava sotto i vestiti e scavava fin dentro le ossa.
Dopo un paio d’ore la foresta cominciò ad inerpicarsi su per la montagna e l’assenza di sentieri si fece duramente notare sulle gambe del povero elfo.
Fair camminò per ore senza riuscire ancora a scorgere bene le cime delle montagne.
Qualcosa, un fruscio o un movimento indistinto, attirò più volte la sua attenzione. Qualcuno lo seguiva!
Sfoderò Maklaad e continuò a camminare a piccoli passi, attento ad ogni minimo segnale di pericolo.
Presenze invisibili rimanevano celate ai margini del suo campo visivo. Tuttavia lo seguivano.
Che fossero spie dell’arcimago? O animali comuni, addestrati per lo scopo? Oppure…

“Ecco, ci risiamo! – proruppe indispettita la spada – Ti lasci andare alle supposizioni, senza avere alcun riscontro empirico di ciò che vai farfugliando!”
“Non stavo farfugliando proprio nulla! – replicò l’elfo – Stavo solo pensando, io!”
“Quante volte te lo devo ripetere? Pensieri e suoni per me sono la stessa cosa! Il pensiero è solo un’altra forma di comunicazione!”
“Bell’affare! – sbuffò l’elfo – Non sono nemmeno libero di pensare ciò che desidero!”
“Dopo tre anni pensavo ti fossi abituato! – lo rimbeccò Maklaad.
Fair alzò gli occhi al cielo e soffocò una serie di imprecazioni. Tanto la spada non le capiva mai.
“Pensavo invece che tu avessi imparato a stare zitta!”
“Per le Potenze, che scorbutico! Volevo solo aiutarti.”
“E zitta! – strillò l’elfo.
“Volevo solo avvisarti che…”
“Fai silenzio, per la miseri…aahhh!”

Il mondo si capovolse.
Il terreno si animò e il piede destro dell’elfo sfidò la forza di gravità, saettando verso l’alto.
Fair sbattè la testa con forza, poi la fitta si propagò dalla nuca lungo tutta la spina dorsale, fino a renderlo un sacchetto di carne sbatacchiato e dolorante.
Impiegò alcuni istanti per riprendersi, aprire gli occhi e scoprire che si trovava a penzolare a testa in giù dal ramo di un albero, col piede preso al laccio da una rudimentale, quanto insulsa trappola da cacciatori.
Maklaad gli era sfuggita di mano ed era forse troppo lontana perché il raggio d’azione del suo potere psichico potesse raggiungerlo.
Nello schifo generale, l’unica notizia buona.
Se non altro, non poteva udire le risate che la spada si stava sicuramente facendo alle sue spalle.
Con uno sforzo non comune, Fair inarcò la schiena e allungò il braccio per raggiungere il pugnale infilato in uno stivale.
Ci fu un fruscio sotto di lui, la corda a cui era appeso venne recisa e il mondo precipitò ancora, seguendo stavolta le corrette direttive della forza d’attrazione.
L’impatto fu deciso e violento.
L’ultima cosa che avvertì fu un dolore acuto alla testa, nello stesso punto di prima, poi il mondo si spense.

Si svegliò con più mal di testa di prima.
La testa gli doleva, insieme ad una serie imprecisata di articolazioni e giunture. Ci mise poco a riprendere del tutto conoscenza (dopotutto era un eroe) e a rendersi conto di essere legato come un salame e appeso a penzolare ad un palo come un insaccato.
Così passò tutto il resto della notte, esposto ai brividi del freddo pungente.
E quando il sole fece di nuovo capolino in quelle lande sperdute, Fair constatò che non aveva sognato e che era tutto vero.
Gnomi compresi.
Che continuavano a fissarlo con quello sguardo stolido e…che altro? Affamato?
Gran bella situazione!
Fu in quella che si rese conto di non avere Maklaad a portata di mano e nemmeno in vista. Non percepiva nemmeno la fastidiosa presenza del manufatto, né quell’insana abitudine che lei aveva di violare costantemente i suoi pensieri.

E senza la spada, anche se era duro ammetterlo, non aveva speranza di cavarsela.

8 Risposte a “Il demone della spada dell’elfo – seconda parte”

  1. Bellissimo!
    Questo amore/odio per Maklaad rende la storia ancora più frizzante. Mi sono già affezionata a Fair, aspetto la prossima parte!!!

  2. Mi ha fatto troppo ridere la discussione fra Fair e la spada… sei unico!

  3. Divertente dal principio alla fine… Ma come ti è venuto in mente d’intavolare una discussione elfo-spada? Quante risate che mi ha strappato il povero eroe “sfortunato”!
    Sei stato originale anche questa volta, bravo. Il registro comico del linguaggio è davvero ben alternato fra i due protagonisti della storia; ed è anche per questo – trovo – che il dialogo fra Fair e Maklaad risulta così frizzante.
    Adesso, naturalmente, aspetto il seguito… con un’altra buona dose di risate incluse.

  4. La spada è una protagonista a pieno titolo, esattamente come Fair. Manca ancora un personaggio all’appello, comparirà più avanti, solo per poco, ma si capisce in fretta che tipo sia.
    Il seguito arriva quanto prima.

    Grazie a tutte per esservi fermate e per l’apprezzamento.
    A presto.

  5. Finalmente ho trovato la seconda parte!
    Bella, anche meglio della prima, e come Simonetta, anche a me piace questo rapporto conflittuale con la spada!

    Domani mi leggo il seguito!

    Baci…

  6. Finalmente ho potuto leggerti!
    Anche questa seconda parte, come del resto la prima mi è piaciuta, e non poco.
    Mi sembrava di essere lì, in quella foresta insieme ai protagonisti, tant’è la tua bravura nell’evocare ambienti, situazioni, stati d’animo!
    Il genere è il mio e anch’io, come le mie “colleghe” che mi hanno preceduto, non vedo l’ora di leggere il seguito. Hai il potere di catturare l’interesse del lettore, inoltre lo stile che usi qui è proprio azzeccato. Sto leggendo un libro sugli gnomi che mi entusiasma molto e tu non hai nulla da invidiare all’autore che lo ha scritto. Quindi, se la matematica non è un’opinione: A uguale a B, B uguale a C, C uguale ad A!
    Un po’ contorto forse per dirti che sei veramente tagliato per fare il mestiere dello scrittore ( a tempo pieno, intendo!).
    Un abbraccio sincero, a presto Daina

  7. Daina, mi fai morire dalle risate! La tua logica aristotelica mi spiazza un poco, ma mi fido del tuo giudizio. Grazie ancora del tempo che hai speso per me.
    A presto!

I commenti sono chiusi.

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