Verità e bellezza sul Web: utopia possibile?

Alcuni giorni fa ho scoperto l’esistenza de Il Matto Quotidiano.
È l’ennesimo di una lunga lista di siti che pubblicano sciocchezze ai limiti dell’inverosimile, spacciandole per informazione.
L’ho scoperto perché sono iniziate a spuntare qua e là le prime condivisioni su Facebook, del solito articolo, che gira da anni su vari siti, a proposito di scie chimiche e piloti pentiti. È un argomento che non manca mai di produrre un volume incredibile di condivisioni.

scie-chimiche

La prima emozione dopo averlo visto?
Rabbia.
Nemmeno fastidio, proprio rabbia.
Volevo andare sulla bacheca di chi l’ha condiviso e sbattere in faccia il fatto che fossero sciocchezze senza senso.

Poi ci ho pensato e mi sono chiesto: perché mi da tanto fastidio?
Mi sono accorto che è la stessa rabbia che provo quando vedo delle lattine di birra buttate lungo il greto di un torrente, carte di merendine o mozziconi di sigarette fra l’erba dei prati.
E allora ho capito: perché questo genere di articoli uccide la verità e la bellezza. E non è tanto il contenuto. Sono la forma e l’intenzione con cui sono scritti. Ora, se hai pazienza, vado a spiegarti.

La verità è una cosa fragile.

È forte, quando si impone, quando fa breccia nella nostra consapevolezza, nella nostra vita.
Ma è anche fragile. È tenue, è sottile come vetro di Murano. Ci vuole poco per infrangerla, molto di più per rimetterla insieme.
Quando una cosa falsa viene spacciata per vera, la verità spesso non ha più nessuna speranza. Ritrovarla è arduo. Distinguere fra verità e follia, fra invenzione e realtà, spesso diventa impossibile.
Quando questo accade, quando invenzione balorda e realtà si mescolano senza possibilità di distinzione, fammelo dire, questo non è un buon servizio all’umanità.
Noi umani siamo fatti così: ci nutriamo di verità.
Se ci mettiamo a mangiare cose fasulle, banalità, sciocchezze senza fondamento, non stiamo facendo un buon servizio alla nostra mente e alla nostra intelligenza.
Nutrire la nostra mente di falsità senza alcun fondamento equivale a quello che facciamo con il nostro corpo se lo ingozziamo di patatine fritte e Coca-Cola. E non fa bene.

Sia chiaro: non intendo aprire un dibattito sulle scie chimiche. Per me non esistono, per qualcuno sì, ma non è questo il discorso ora.
Qui intendo parlare di trasmissione della verità.

La condivisione di una notizia dovrebbe partire da un presupposto: che chi la fornisce ha fatto di tutto per darti la cosa che più si avvicina alla verità.
Non intendo aprire un dibattito sulla verità. Diciamo solo che la verità non è oggettiva, oscilla a seconda della nostra esperienza e percezione delle cose.
Però posso, con onestà, darti la mia verità, argomentandola, facendoti capire quali sono i passaggi che mi hanno portato fin lì.
La mia verità sarà sempre parziale, così come quella di tutti, ma può essere trasmessa con onestà. Se io davvero credo alle scie chimiche, posso scriverci un articolo. Lo farò cercando le fonti, sentendo pareri e facendo tutto quello che serve per essere sicuro che quello che sto scrivendo corrisponda alla verità.
Questa è onestà. Ed è anche la parola chiave. Onestà.

Ora, spiegatemi dov’è l’onestà di un sito (e quasi tutti sono così), che consapevolmente inventa notizie fasulle per attirare visitatori sulla sua pagina.
Ok, mi dirai, come fai a sapere che lo fa?
Potrei risponderti che la qualità delle “notizie” è così bassa, che per chiunque dovrebbe essere ovvio come siano sciocchezze inventate ad arte. Ma se questo non bastasse, la prova è che te lo dicono loro.

Nel footer, cioè la parte in fondo in fondo di un sito c’è questo disclaimer. Se non leggi bene cosa c’è scritto, clicca per ingrandirlo.

Disclaimer

La frase che ci interessa è questa: Il Matto Quotidiano non è a tutti gli effetti una testata giornalistica, e come magazine satirico alcuni articoli contenuti in esso potrebbero non corrispondere alla veridicità dei fatti

In sostanza, c’è scritto questo: noi non siamo una testata giornalistica. Perciò siamo liberi di inventarci tutte le corbellerie che ci vengono in mente.
Serve dirlo? Lo dico. Questo sito non ti fornisce né notizie, né informazioni, perché sia l’una che l’altra sono legate alla verità o alla veridicità dei fatti.
Cosa che qui non avviene. E te lo dicono loro.

Anche la bellezza è una cosa fragile

Ho letto vari articoli dallo stesso sito. Hanno una caratteristica in comune: non sono scritti in italiano.
Sì, certo, le parole sono italiane e anche la costruzione delle frasi, per quanto approssimativa. Però è scritto davvero male. Ma proprio tanto. Più che un testo in italiano, quello sulle scie chimiche sembra un articolo tradotto in automatico da Google Translate e poi copiato e incollato senza revisioni. Questa purtroppo è la norma di tanti, tantissimi, troppi siti cosiddetti “informativi”.
Esiste una mole incredibile di articoli, nel Web, che non sono articoli: sono stupri della lingua italiana.

Saper scrivere è un’arte complessa e raffinata.
Non basta evitare di commettere errori di ortografia o di sintassi e buttare giù due frasi più o meno dotate di senso e sperare che vada bene così. Occorre saper articolare un discorso. Occore scegliere cosa dire e cosa non dire. Dove sia meglio inserire una frase e dove no. Significa scegliere le parole giuste, a volte anche una per una, sentire come suonano, dove rendono meglio, in che modo trasmettono meglio il messaggio che voglio fare arrivare.
Scrivere, che sia narrativa, che sia informazione, che sia una via di mezzo, significa dare il meglio di sé affinché chi legge comprenda, si emozioni, rida, pianga, acquisisca nuove conoscenze, a seconda dello scopo per cui sto scrivendo.
Significa prendersi cura del lettore.
Scrivere è un atto di cura verso chi legge.
La dico semplice: scrivere è una forma di amore.

Scrivere è una forma di amore
Scrivere è una forma di amore

Chi scrive senza cura, senza attenzione alle più banali regole grammaticali e sintattiche, ma soprattutto, chi scrive in spregio alla bellezza delle parole e del linguaggio, non dimostra nessuna cura.
Sta usando male un mezzo bellissimo e ti sta servendo nel piatto delle schifezze.
Chi andrebbe al ristorante a farsi servire spazzatura?
Ogni volta che qualcuno scrive o condivide articoli volutamente fasulli, scritti in modo pessimo senza nessuna cura, senza attenzione, senza davvero un reale interesse per il lettore, fortemente ideologici o volti solo a scatenare le più becere emozioni di “pancia” del lettore medio, allora sta servendo spazzatura.
È un cattivo ristoratore.

Mi dirai: tutto questo discorso per un articolo non è esagerato?
Ma vedi, il linguaggio è l’attività umana con cui noi comprendiamo la realtà.
Noi costruiamo la realtà attraverso il linguaggio.

[Questo è un argomento davvero interessante, ma complesso. Per chi avesse voglia, consiglio di leggersi “La realtà come costruzione sociale“, uno splendido testo di sociologia della conoscenza. È datato, ma sempre attuale.]

La realtà come costruzione sociale
La realtà come costruzione sociale

Senza la creazione di un linguaggio complesso e raffinato, non sapremmo nemmeno distinguere fra una sedia e un pomodoro. Non riusciremmo a trasmettere nessun concetto a nessuno.
Non riusciremmo a comprendere e a essere compresi.
Saremmo a livello di uomini dell’età della pietra. Con due grugniti e un colpo di clava ben piazzato ci risolviamo la maggior parte dei problemi!

Per cui sì, anche un articolo è importante.
Perché uno, poi due, poi tre, poi diecimila, se il linguaggio viene semplificato, inaridito, violentato, anche la nostra percezione della realtà ne risente. Anche la possibilità di comprendere le cose ne risente. Noi stessi ne risentiamo.
E infine, non ultimo, ci abituiamo a mangiare spazzatura.

Davvero è questo che vogliamo?

Verità e bellezza insieme?

Ho scritto questo post non per distruggere, ma per costruire.
Il linguaggio è una cosa bellissima, ma è un mezzo. Può essere usato al servizio della verità e della bellezza, può essere usato male per sporcare, deridere, ferire, ingannare.
Sul Web, come nella vita, il linguaggio è tutto. Anche i gattini e i selfie dei piedi al mare lo sono. A maggior ragione, lo sono dei testi scritti.
Sul Web tutti possiamo farci sentire e tutti possiamo ascoltare.
Il mio augurio è perciò questo: cercate chi ha cura del linguaggio, chi studia, chi si impegna, chi dà tutto se stesso per trasmettere al meglio il proprio messaggio. Non vi accontentate di chi butta parole al vento, con l’unico scopo – assai poco etico – di aumentare il numero di clic sulla sua pagina. Per queste persone siete solo l’ennesimo clic sul loro link, un numero in più sul contatore dei soldi.
Non vi accontentate di chi spara a ripetizione informazioni e notizie, senza spiegare dove le ha prese, senza mostrare le fonti, senza dimostrare la sua onestà.
Cercate chi utilizza la bellezza del linguaggio per comporre un buon piatto, cercate chi lavora al servizio della verità. Una verità parziale, come per tutte le umane cose, ma onesta e pura.

Non deve piacere per forza. Può essere contrario alle mie opinioni, può anche essere difficile da accettare. Ma deve avere l’intenzione di una reale utilità. Dev’essere scritto con purezza, potrei dire. E anche la forma del linguaggio dev’essere all’altezza dell’intento. Non ha senso scrivere una cosa vera, piena, reale, sentita, in modo sconclusionato e strascicato.
Un po’ come comprare una Rolls Royce e poi scoprire che ha i finestrini che non vanno, l’autoradio che non legge i Cd, le porte che devi sbatterle, altrimenti non si chiudono bene. C’è qualcosa che non va, no?

Un esempio? Tempo fa lessi un articolo sul picco del fosforo. Tratta una verità davvero scomoda, difficile da digerire, ma lo fa con assoluta padronanza del linguaggio e competenza. Bellezza e verità insieme.

Si può fare. Così come cerchiamo cibi sani e nutrienti per il corpo, altrettanto possiamo fare per la mente. Internet non aiuta, perché è piena di immondizia, ma con un po’ di attenzione e perseveranza, si trovano cose davvero interessanti.

Buona ricerca e buone letture.

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