Tornerai come una regina – parte seconda

Segue dalla prima parte

Entrò senza pensarci su due volte, con le ginocchia e le manine che strisciavano sopra un tappeto di terriccio e di foglie marce.
Dentro era tutto scuro. Faceva caldo. L’aria era pesante, sapeva di polvere e di terra. A ogni respiro era come se qualcosa le premesse sui polmoni.
I rami le sfiorarono la testa e le finirono negli occhi. Corinne si trovò costretta a strisciare, con un humus putrido a lambirle il mento. Il gatto era svanito chissà dove. Forse era già uscito o forse aveva preso altre direzioni che lei non conosceva.
Spine aguzze le graffiarono il vestito e le morsero la pelle. Un brivido di dolore le attraversò il corpo. Cercò di voltarsi indietro ma non ci riuscì. Senza quasi accorgersene, cominciò a tremare. Qualche lacrima scese lungo le gote, le rigò il viso e cadde sulle mani e sul tappeto umido di foglie come una pioggerellina silenziosa.
«Mamma» sussurrò «Mamma, dove sei?»
Solo la tenebra rispose.
Poi, qualcosa si mosse nell’oscurità. Un fruscio di rami, un miagolio sommesso.
Corinne si riscosse.
Strinse le manine a pugno, inarcò la schiena e avanzò.
Ignorò i rami che le graffiavano la testa e le gambe, strisciò senza pensare al terreno marcio e puzzolente. Man mano che proseguiva le ombre erano meno scure. Una luce bianca sfolgorante la investì all’improvviso.
L’istante dopo era fuori.

Sbucò sul marciapiede di una strada. Una strada che correva diritta e pareva non finire mai.
Corinne rimase a bocca aperta.
Su ogni lato della via c’era una lunga schiera di casette a due piani che andavano avanti all’infinito. Ognuna con giardino e siepe attorno, così bassa da poter vedere anche un pezzetto del primo piano di ogni abitazione.
E, – incredibile! – la siepe da cui era sbucata lei era tale e quale alle altre.
Non c’era più nemmeno l’ombra di quel gigante scuro, alto quasi più della casa stessa.
Vide le tendine colorate alle finestre della sua cucina e gli scuri del secondo piano, sempre chiusi.
Tutto era silente, a parte il cicalio degli insetti estivi.
La via era immobile e deserta. C’ era solo qualche auto parcheggiata qua e là.
E due bambini.
Erano poco più grandi di lei. Uno, con una cresta gialla, seduto sul sellino della sua Bmx, l’altro a piedi con delle cose buffe e ricciolose sulla testa. La fissavano con due occhi grandi e tondi che parevano biglie. Avevano la faccia liscia e pallida come le lenzuola di mamma dopo il bucato.
Lei saltellò verso di loro, bella inzaccherata di terra.
«Ciao!» disse, esibendo tutti i denti nel suo miglior sorriso «Sono Corinne!»
Non capì mai cosa successe dopo.
Cresta gialla urlò, inciampò e cadde, incartandosi nella sua stessa bici. L’altro arretrò di alcuni passi, e gridando fuggì via, veloce come una freccia.
«Corinne!»
La bimba si girò di scatto! Sul cancelletto semi aperto stava una strana donna dai capelli fluenti e scuri e occhi tondi pure lei. La voce però era inconfondibile.
«Mamma?»
La donna la prese per un braccio e la spinse dentro.
«Sono io Corinne. » disse con voce dolce «Ora da brava aspetta lì, ok?»
La donna che aveva la voce della mamma si voltò verso il ragazzino e gli disse alcune cose che Corinne non capì bene. Qualcosa come trova il tuo amico, uccidilo e poi ammazzati subito dopo. Il bambino si mosse a scatti come una marionetta, con due occhi color latte. Saltò in sella alla Bmx e pedalò via, finchè non scomparve alla vista.
La donna raggiunse il cancello e lo chiuse. Il mondo svanì all’istante. Al suo posto c’era la siepe dov’era sempre stata.
Corinne ci rimase di sasso. In compenso anche la mamma era tornata quella di sempre.
La bimba sentì montare una rabbia improvvisa.
«Hai visto cosa c’è dopo la siepe?» chiese con aria di sfida.
La mamma si abbassò e le accarezzò la testolina scagliosa.
«Lo so piccola. Ti chiedo scusa. La siepe è per proteggerci. La gente di fuori non è ancora pronta per vederci.»
«Ma è bello fuori!» disse lei, puntando i piedi.
La mamma sospirò.
«Papà è stato trasferito qui apposta. Quando avrà finito il suo lavoro, tutta la nostra gente potrà venire ad abitare qui. E senza bisogno di celare il nostro vero aspetto.»
«E non ci sarà la siepe?» chiese lei, speranzosa.
La mamma scosse il capo.
«Non ci sarà. E tu tornerai come una regina. Tutto quello che vedrai sarà tuo. » sorrise e allungò il braccio «Ora torniamo a casa, vuoi?»
Corinne si rasserenò. La mamma non era arrabbiata. E lei avrebbe fatto la regina.
Strinse l’artiglio che le veniva offerto e sorridendo, trotterellò verso casa.

FINE

 

9 Risposte a “Tornerai come una regina – parte seconda”

  1. Questo racconto che inizi in modo così tenero… E’ così spaventoso alla fine per me!!! Sigh! Da questo momento “trova il tuo amico, uccidilo e poi ammazzati subito dopo” in poi ho pensato: “e te pareva che non c’era qualche morto… Ma cosa avrà contro i bambini?” Ahahahah!
    No, lo trovo un racconto dal finale di certo insospettabile, originale come sempre… Secondo me si potrebbe farne un film, son proprio curiosa di vedere la testolina “scagliosa” della bimba che inizialmente me la ero immaginata stile Shirley Temple! XD

    Complimenti, tra i racconti più difficili da dimenticare che ho letto… Ed è un complimento vero! 😀

  2. Bello, hai giocato bene l’effetto sorpresa!
    L’unica nota secondo me un po’ “stonata” è quel “trova il tuo amico, uccidilo e poi ammazzati subito dopo”.

    A presto!
    e.

  3. @Simonetta: grazie mille! Non ho niente contro i bambini…o forse sì? Mmm…forse ho bisogno di uno specialista…

    @Elisa: ciao, grazie! Dici che è stonata quella parte? Ora ci farò una profonda riflessione…
    Alla prossima!

  4. La seconda parte è terrificante quanto la prima è dolce… Racconto davvero curioso e originale, nel tuo stile d’improvvisatore.
    Mi è piaciuto per il suo contenuto horror offerto in una confezione che, fino a poco prima del finale, prometteva tenerezza.

  5. Grazie.
    Mi fa piacere di essere riuscito nell’effetto sorpresa.
    Alla prossima!

I commenti sono chiusi.

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