Non è così facile andare all’inferno

Carla inspirò l’aria fredda della notte. Le luci e i rumori della città sembravano così distanti sopra al tetto scuro della cattedrale.
Di fronte a lei l’occhio di pietra di un gargoyle la fissava con malanimo. Si volse per non vederlo e cercò di rimanere calma.
Tirò fuori il cellulare. Il display a colori segnava le 23:59.
Represse un altro brivido e pigiò sul tasto 6. Tre volte.
Nel silenzio ovattato della notte il triplo biip sembrò quasi rimbombare.
Inoltra la chiamata?
Un altro bip su invia.
Una brezza gelida la sfiorò, quasi la volesse richiamare nelle profondità da cui sorgeva.
Carla attese, con i nervi a fior di pelle.
Avvertì l’aria muoversi alle sue spalle. Lei rimase ferma, paralizzata, incapace persino di voltarsi. Una mano gelida la sfiorò in una carezza dolce e sensuale. Qualcosa le si strusciò sulla schiena.
Immobile, con lo stomaco contratto, Carla trattenne l’urlo che sentiva di dover lanciare.
“Alla fine l’hai fatto!” – disse la presenza.
Aveva una voce calda. Lei si voltò, col cuore in gola.
“Marco!” – gridò.
E gli gettò le braccia al collo.
Si baciarono sotto la luce tremante della luna e lo sguardo torvo dei demoni di pietra.
“Sei proprio pazza – rise lui – l’hai fatto per davvero.”
Lei scosse il capo, simulando un’espressione infastidita.
“Sì, ma non è successo nulla!”
“E che doveva succedere?”
“Bè…Satana poteva almeno presentarsi, no?” – disse lei, strizzando l’occhiolino.
Guardò giù dal parapetto. Era veramente alto!
Il capo le girò per un istante e sembrò che il vento gelido l’afferrasse, per precipitarla nell’abisso.
Marco la prese per un braccio e la trasse a sé con sicurezza.
“Non è così facile andare all’inferno.” – le sussurrò.
Aveva un sorriso ammaliante.
Carla lo fissò come ipnotizzata. Madonna, ci si perdeva in quei due mari azzurri!
Poi lo spinse giù.
Marco scomparve quasi subito nella tenebra, ma il suo grido rimbombò a lungo fra le pareti della piazza. Si spense poco prima dell’inevitabile tonfo finale.
Carla buttò l’occhio di sotto, con aria critica. Non si vedeva nulla.
“Non era nemmeno così difficile in fondo! – disse.

 

 

22 Risposte a “Non è così facile andare all’inferno”

  1. Ciao Matteo.

    Ho letto il brano due volte, ma mi suona come “incompleto”: è un pezzo o è finito?

    Bye!

  2. Fantastico…
    Sembra l’inizio di un film, ci vedo una serie di eventi inspiegabili, esorcismi… Anche solo così mi piace in realtà, il resto si immagina… Ma che piega stanno prendendo i tuoi racconti ultimamente? Comunque da brivido, complimenti… Ci starebbe bene anche un corto magari… 😀

  3. Mi è piaciuto! Mi sa di mistico.
    E’ un racconto che lascia ampio spazio alla fantasia e molte chiavi di lettura!
    Mi aggrada caro! 🙂

  4. Ciao Chiara! Era un pezzo che non passavi di qua, sono molto contento. Grazie di aver apprezzato.
    Rispondo in generale un pò a tutti: l’ho lasciato di proposito molto aperto e capisco che possa sembrare incompiuto. In realtà dà quest’impressione anche a me, un pò come una canzone che finisca in levare anzichè in battere. Vabbè, forse ho solo complicato le cose…

  5. L’ho gradito molto, mi è proprio piaciuto grazie alla libera interpretazione che permetti.
    Ciao 🙂

  6. Caspita, questa è la prima volta che mi capiti sul blog o che mi commenti in qualsivoglia maniera, al di fuori dei mitici esercizi del forum!
    Mi fa davvero tanto piacere. Grazie del passaggio (e di aver trovato il tempo) e felice che tu abbia gradito!
    Ciao!

  7. No? Davvero? Mumble, mumble…a parte gli esercizi dici? Cavolo, che smemorato.
    Vabbè, è la prima volta sul blog e di questo son sicuro, perchè Simonetta ha dovuto approvarti il commento (il primo necessita l’approvazione).
    Così me la cavo almeno per metà.
    Ri-ciao!

  8. E’ vero, mi avevi detto che eri passata a leggere una volta. Ho sempre la sensazione che quelli che commentano siano gli unici che leggono.
    E’ che la mia idea del blog è di qualcosa di estremamente interattivo, altrimenti non avrebbe senso per me.
    Bè, mi ha fatto davvero piacere. Alla prossima (spero)!

  9. Azz! Il finale non me lo aspettavo proprio! sulle prime pensavo che il diavolo fosse lui, con le sembianze di Marco!Belloooooooooooo

  10. Grazie e benvenuta sul blog!
    All’inizio pensavo anch’io a Marco, poi in verso il finale mi son detto: naaaaaaa, troppo banale. E ho cambiato.
    Spero di averti ancora ospite qui.
    Ciao!

  11. Come sempre i tuoi finali sono tutt’altro che scontati e quindi ancora più intriganti.
    Molta suspance, ambientazione da brivido e… mi è piaciuto il fatto che tu abbia usato dei nomi propri comuni, di solito tutti ricercano protagonisti “esotici”, invece sempbra proprio che ciò possa accadere a chiunque di noi (italiani).
    Naturalmente è scritto in maniera corretta, particolare ormai ripetuto, fluida e incalzante, anche grazie alla lunghezza, che non è mai troppa.
    PS: Ho trovato questa espressione che non riesco a capire “Aveva una volta calda”, circa a metà del racconto. E’ un refuso oppure sono io che non ho colto il significato?
    Alla prossima!

  12. Argh! E’ un refuso e bello grosso! Modifico subito! Grazie mille. Sarebbe “voce”, altro che volta! Che pirla! Pirla, pirla, pirla…
    Ok, mi riprendo…grazie della lettura e del commento, a presto!

  13. Ciao Antonella! Cioè… commenti lui e me niente!?!?!?!?!?

    Vabbè… tornando al brano.
    A me pare che manchi qualcosa nel prima, come un’introduzione su come si è arrivati “quì”.

    Ciao Matteo! 🙂

  14. Ho capito…dovrò mettere delle regole prima o poi su questo blog. Del tipo: si commentano PRIMA i racconti, e POI si invitano le persone sul proprio blog. Sempre se il proprietario del blog è d’accordo. Una cosa così, ci penserò.

    Vabbè, tornando al tuo commento, è tutto fra le righe, come tutto il racconto. Ma capisco che possa non piacere.
    Ciao a te!

  15. Allora… secondo me Maria si è arrampicata da qualche parte [forse un tetto] per raggiungere Marco ma, a parte il fatto che probabilmente deve soffrire di vertigini ed è ipersensibile, suppongo che, semplicemente, sia accaduto che lei non si sia accorta affatto della sua presenza prima che questi la sfiori con la “mano gelida.”

    “Represse un altro brivido e pigiò sul tasto 6. Tre volte.”
    Si sa che per la cabala il 666 è il numero del diavolo quindi pigiando tre volte sul tasto 6 la protagonista avrà creduto d’invocarlo, (te l’ho detto che è ipersensibile, no? ) Bella trovata, però… Strizza l’occhio a scenari tetri e minacciosi… Io però non mi sono spaventata per niente, mi dispiace.
    Come al solito, anche questo racconto è scritto molto bene. Il finale aperto e i pochi indizi che offri al lettore fanno sì che la sua interpretazione possa spingersi in varie direzioni.
    Alla prossima.

  16. Ciao Gioia, mi piacciono troppo le tue interpretazioni!
    Comunque, non dispiacerti. L’intento non era assolutamente fare paura (vorrei anche vedere che qualcuno si spaventasse per così poco). L’intento, se proprio uno deve esserci, era proprio quello di spingere il lettore in qualsivoglia interpretazione. Più che altro, perchè io stesso mi ci volevo spingere.
    Grazie, alla prossima!

  17. Estremamente intrigante. Adoro il fatto che crei una grande aspettativa all’inizio e poi ti lasci a bocca aperta a chiederti che cavolo è successo. Grande Matty!

I commenti sono chiusi.

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