Lo zen e l’arte di comprarsi uno Smartphone

Per chi non avesse letto la prima parte, la trovate qui

La scelta di comprare uno Smartphone

Sembrerà banale e di fatto lo è, ma la scelta di acquistare uno smartphone è il punto di partenza e di arrivo che mi ha permesso di tenere in piedi e di portare brillantemente a termine tutti i processi che seguiranno. Senza tale scelta mi sarei fermato prima, travolto dagli eventi e avrei rinunciato. Tanto, il mio Nokia da 35 euri funziona benissimo. È solo che non ha lo Snake.

La ricerca di informazioni

La capacità di cercare informazioni è proporzionale alla quantità di nozioni che già si conoscono sull’oggetto in questione.
Io non ne sapevo nulla di nulla, quindi la mia ricerca informazioni è andata necessariamente per gradi. Esistono vari modi per cercare informazioni. Ho inizialmente usato la più dispersiva, ma anche quella che mi avrebbe garantito qualche risposta immediata: chiedere agli amici. Ovviamente gli amici, alla richiesta generica “chi mi consiglia uno smartphone”, ti consigliano quello che hanno in mente loro per loro stessi. Tuttavia è stato un inizio, che mi ha permesso di partire da dei nomi e da dei modelli. E qui iniziano i guai.

Il fallimento del metodo comparativo

L’ignoranza totale che avvolge un argomento è come la barriera del suono. Ti sembra impossibile da superare, ma una volta che l’hai sfondata viaggi ogni volta più veloce.
Così, una volta entrato nel magico mondo della tecnologia dei cellulari, una volta persa per sempre la verginità da ignorante, che si spaventa a sentir nominare una SD Card, ho cominciato a fare amicizia con i primi concetti.
E il primo concetto è, nella sua semplicità, terrificante: gli Smartphone sono tanti. Così tanti che elencare tutti i modelli, le marche, le sottomarche, le variazioni numeriche, quelle letterali, quelle numeriche e letterali prenderebbe via un’intera sezione della Treccani.
Ecco il noiosissimo addetto vendita porta a porta.
«Offerta lancio! Tutta la Treccani ridotta in 48 pratici volumi!»
«Quarantotto…pratici?» dico io «Hanno cambiato significato all’aggettivo?»
«Spiritoso!» ride « Abbiamo fatto stare le lettere dalla A alla R nei primi 8 volumi!»
«Però! E gli altri 40?»
Aria mesta.
«20 per la voce Smartphone e altri 20 per Tablet.» ammette.
«E oltre la T che ci sta?»
«Non c’è davvero niente di interessante oltre la T!»
Sentenza, condanna e tutto il resto. Niente appello.
Dice così perché non può ammettere che hanno finito l’inchiostro. E comunque, un mondo dove nell’enciclopedia la voce Sesso è stata sostituita da Smartphone, non so se lo voglio.

Comunque ci ho provato. Davvero. Ho fatto una tabellina in Excel dove ho scritto tutte le variabili. E così, mi son detto, basta compararle. Pazzia! Le variabili sono troppe. Uno ha il 4G ma Ram scarsa. Quell’altro c’ha la scheda grafica da urlo, ma niente 4G. Quell’altro ha tutto quello che mi serve, ma costa 600 euro.
Dopo quattro giorni passati a comparare l’incomparabile ero punto e a capo. Sapevo cosa non volevo comprare, ma non sapevo cosa volevo comprare.
Il metodo comparativo aveva più falle del Pequod dopo l’assalto di Moby Dick. Urgeva trovare un altro metodo al più presto.

Il fallimento del metodo “recensioni”

Mi sono dato alle recensioni. Dato è il termine giusto. Non è che le ho lette. Mi ci sono proprio immolato. Ne ho lette così tante che ormai mi scorrevano sotto le palpebre anche a occhi chiusi, come in un film cyberpunk. Le recensioni ti aprono un mondo. Un mondo che nessuno dovrebbe mai aprire. Hai presente il vaso di Pandora? Ecco, quello è uno scherzetto da bambini rispetto alle recensioni.
Il problema delle recensioni è che le persone scrivono cose sul telefono che loro hanno in mente. Non su quello che hai in mente tu. E li scrivono come vaticini di Nostradamus, mica come opinioni personali.
E così, devi districarti fra la mole di informazioni per capire se davvero ti serve quella particolare funzione di quel particolare modello, ovviamente introvabile, di quella marca.
C’è quel tipo che giura ai quattro venti che senza supportare una SD Card da un Tera, uno smartphone non vale un tubo. C’è quello che il concetto di portatile è molto lato, soprattutto per te, patetico primitivo che vieni dal Nokia senza Snake e che ti insulta quando gli chiedi se il suo padellone è uno Smartphone o un Tablet, che non si capisce da tanto è grande.
« È uno smartphone. Ci vuole lo schermo giusto per vedere i video in streaming.»
E lo dice come una verità di fede. Ok, ma non lo tieni in tasca e manco in una borsa.
«Tasca?» e ti guarda storto.
C’è quello che va bene tutto, ma non toglietegli la possibilità di fare il Tethering, che tra l’altro sembra un misto fra una pratica sessuale e una malattia venerea. Quell’altro che senza una fotocamera con un cargo di Gb non può vivere, che manco una Reflex professionale fa le foto così. E i messaggi? E le telefonate? Mistero.
Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Proprio per tutti. Tranne che per i tuoi.
Il realismo a questo punto ti pone davanti alla triste verità. Hai squarciato il muro del suono, hai affrontato con coraggio le lande della tecnologia hi-fi, ti sei fatto i fatti di tutti, ma ancora non hai la risposta alla domanda fondamentale: io che cosa voglio?
Sapere cosa volere da un aggeggio tecnologico equivale all’autocoscienza.
Se non sai che cosa ti serve per davvero, finirai per credere che ti serva quello che serve al tuo amico, allo spot che ti convince meglio, a Steve Jobs che ti fa sentire figo e quindi questo discorso fa a farsi friggere, butti tutto e ti compri un Iphone. Hai il meglio, anche se non sai perché, e l’hai pagato solo un paio di stipendi, più un rene per acconto.
E se non ce la fai ad aprire un mutuo o iscrivere il tuo cane ai tornei clandestini di combattimento gestito dai messicani? Tolto l’Iphone, la giungla dei modelli e marche rimane. E allora?
Urge un altro criterio.

– FINE SECONDA PARTE –

2 Risposte a “Lo zen e l’arte di comprarsi uno Smartphone”

  1. Ahahhaha! Oddio sono ignorante come te nei cellulari, proprio in questo periodo volevo cambiarlo perché c’è un’offerta interessante della tre che mi offre un cellulare in cambio del cambio utenza appunto, e devo scegliere tra una miriade di Galaxy… Ci ho perso un pomeriggio intero e non ci ho capito un ciufolo… Hai ragione, io non so cosa voglio e perché! Ahahahah!

    Comunque, cellulari a parte, era un po’ che non ti leggevo, ogni tanto passo sul blog e vedo il testo e penso ” ho mal di testa, non ce la faccio a leggere tutto questo…” poi succede un giorno come questo che decido di leggere solo l’inizio, della prima parte… E arrivo alla fine della seconda parte in un millisecondo chiedendomi come sia possibile aver visto un testo lungo XD Hai l’enorme dote di non saper proprio annoiare, ci si diverte sempre a leggerti, testo demenziale o meno. Bel pezzo, attendo la terza parte! 😀

  2. Grazie! Volevo postare la terza parte prima di partire per le ferie, ma non ce l’ho fatta. Farò nei prossimi giorni.
    Sono lieto che la calura estiva, che ha azzerato i miei lettori, non ti abbia demotivata. Alla prossima!

I commenti sono chiusi.

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