Le nuove avventure di Fair Ardagh – capitolo 6

Segue dal capitolo 5

“Il mondo non dovrebbe muoversi – disse Fair con voce strozzata – E’ innaturale.”
Il dolce rollio della nave che usciva dal porto era ormai un ricordo assai lontano. Anche la colazione, il pranzo e la cena del giorno precedente lo erano. Fair non ce l’aveva fatta a contrastare la volontà dell’intestino, il quale aveva scelto di svuotarsi del tutto nell’istante in cui le ancore venivano levate. Ma anche quello era un ricordo ormai lontano.
Adesso erano in mare da un giorno, a parecchie miglia dalla costa. Quella striscetta di nero e verde che correva parallela alla Therrit era l’unica promessa che, al di là di quel mondo beccheggiante, la realtà potesse essere migliore. E migliore in quel momento voleva dire terraferma.
Urd fissava Fair con la solita aria un po’ svagata e annuì, anche se Fair era certo che non avesse capito nulla. In silenzio, il guerriero gli allungò una brodaglia fumante e dall’odore tutt’altro che invitante. Fair la allontanò con un gesto stanco e nauseato.
Il discorso della poppa e della prua era entrato così bene in testa a Urd, che il guerriero non si era mai staccato una sola volta dalle brache dell’elfo. E quest’ultimo si era accorto, suo malgrado, che Urd era una buona distrazione dal rollio, dal vento, dal vomito e persino dalle battute sarcastiche di Maklaad. L’unica pecca è che ancora non aveva trovato una distrazione da Urd stesso ma si sa, la perfezione non esiste.
Fair pensò che fosse il caso di occuparsi della sua missione. Missione di cui sapeva poco o niente. Nessuno a bordo conosceva la natura del fantomatico carico importante. Nemmeno il capitano. O forse lo sapevano, ma non avevano intenzione di renderglielo noto. Non che la cosa lo stupisse, visto l’astio che i componenti l’equipaggio, capitano in testa, gli manifestavano.
Sei pesanti casse, chiuse e sigillate prima di essere imbarcate. E il contenuto? Oro? Argento? Balestre? Pozioni incantate? Fair non perse tempo a lambiccarsi con inutili quesiti. Potevano essere anche sassi, per quello che gliene importava. Tanto più che al momento aveva altro per la testa.
“Esci.” – ordinò a Urd.
Il guerriero non rispose, ma allungò ancora il piatto.
“Sono stufo di ingozzare i pesci col mio bolo! – ruggì Fair – Ora vattene e lasciami in pace!”
Urd si strinse nelle spalle e si ritirò in buon ordine, ma lasciò là il piatto fumante sul pavimento.
Fair sospirò.
Dopo un giorno di viaggio la pancia gli doleva come se l’avessero preso a gomitate tutta la notte. Se la mattina aveva retto, il pomeriggio era stata la disfatta. Ridotto alla pallida ombra di se stesso, con la sensazione di aver rivissuto tutta la sua vita attraverso i pasti vomitati dal giorno della nascita fino a quello precedente, ora Fair giaceva come un burattino rotto nella cuccetta della cabina a lui riservata, un bugigattolo angusto che puzzava di sentina, piscio e, guarda caso, pesce.
Non era nei suoi piani di passarci tutta la giornata, ma l’impossibilità di salire sul ponte senza cadere, vomitare o entrambe le cose assieme, lo rendeva l’unico luogo dove potesse stare al momento.

La busta di Lord Torsen era ancora nel mantello. La prese e l’aprì. Cosa saggia, leggere le istruzioni per una missione a un giorno intero dalla partenza.
All’interno della busta c’era un sacchettino di cuoio che emise un ben augurante tintinnio e una lettera. Fair l’aprì e la lesse.
“Messer Ardagh – recitava la missiva – la missione affidatavi consiste nell’assicurarsi che il carico della Therrit arrivi sano e salvo all’isola di Nihiir, a quattro giorni di viaggio da Almagran.”
Un nodo si strinse in gola a Fair quando lesse la parola “quattro”, che lui associò subito al sostantivo “mare”.
“Potrete tornare indietro con le stessa nave, una volta scaricato il materiale.”
“Otto…” – mormorò Fair, col nodo che si chiudeva in maniera inesorabile. La missiva proseguiva.
“Il compenso per la buona riuscita della Vostra missione è di 200 talleri d’oro…”
Duecento? Duecento?
“….che Vi saranno corrisposti al Vostro ritorno ad Almagran, qualora fosse coronato dal successo.
Nella busta troverete 20 talleri, come anticipo per il Vostro disturbo.”
Duecento? Per gli Inferi! Quando mai li avevi visti, quei denari tutti insieme?
La missiva terminava con due raccomandazioni.
“Ricordate: è una missione coperta dal massimo riserbo, per cui evitate di parlarne in giro.
Mostrate tale missiva al capitano Forlon, al momento dell’imbarco. Reca il mio sigillo, che lui riconoscerà e Vi accetterà a bordo come ospite gradito. Conoscendolo, potrebbe altrimenti rifiutare un elfo come scorta.
Che la sorte e gli spiriti della Luce Vi accompagnino.”
Firmato: Astel Lorst von Torsen, conte di Almagran.

Dannazione! Ecco perchè il capitano l’aveva squadrato con un’aria ostile e aveva bofonchiato qualcosa riguardo agli elfi, al mare e alla sfortuna. E perchè alla partenza i marinai avevano usato la sua testa come bersaglio per le loro virili competizioni a chi sputava più lontano. Si ricordò ancora di qualcosa che lo centrava, con estrema precisione, occorre dirlo, dritto dritto in mezzo agli occhi.
Ma ormai era fatta, quindi, che importava? Intascò i venti talleri di anticipo e poi stracciò la lettera. Maklaad non lo redarguì per questo e anzi, continuò il suo silenzio, iniziato dal momento in cui erano saliti a bordo. Un fatto inusuale, ma di cui Fair si sentì immensamente grato.

Ora aveva due questione più urgenti.
Sopravvivere all’incessante rollio della nave era la prima.
Gli riusciva difficile mangiare, quasi impossibile dormire.
Eppure, nonostante le oscillazioni, nonostante il suo colore fosse ormai violaceo, Fair si appisolò. Era stanco come se avesse scalato una montagna in un giorno solo.
Non seppe dire quanto tempo passasse, anche perchè aveva chiuso gli scuri appena entrato nell’angusta cella. Non voleva correre il rischio di vedere anche un solo lembo di quell’immane distesa spumeggiante su cui navigavano.
Così, pensò fosse anche troppo presto, quando venne svegliato dall’ennesima visita di Urd.
Ormai lo riconosceva quel modo timido e impacciato del guerriero di bussare alla sua porta.
Forlon, il capitano Forlon, aveva stabilito che il guerriero si potesse assentare da alcune sue mansioni, per occuparsi di quell’inutile rifiuto terricolo di un elfo. Certo non lo faceva per bontà d’animo. L’idea di un elfo a bordo era intollerabile, ma quella di un elfo moribondo ancora peggio.
Ed era un buon modo per tenerselo fuori dalle scatole.
Fair approvava. Nemmeno a lui stava simpatico il borioso capitano Forlon.
Ora però si trovava con la seconda questione da affrontare.
E non era per nulla una cosa facile, nelle condizioni in cui versava, sopravvivere alle materne attenzioni del guerriero.

CONTINUA…

8 Risposte a “Le nuove avventure di Fair Ardagh – capitolo 6”

  1. Oddio, poveraccio!
    …e che carina Maklaad a non infierire! Ammenochè non sia male pure lei!

    Bello Matteo. Aspetto il prossimo!

  2. Ciao Erika, grazie. Questo in realtà è un capitolo transitorio e che non mi piace molto. Maklaad carina…nel prossimo allora ti piacerà ancora di più!

  3. sarà un piacere leggerlo! …ma questo lo sai già, non serve continuare a ripetermi…

  4. In questo capitolo non succede un granché… a parte la presenza molesta del mal di mare ai danni dell ’ “inutile rifiuto terricolo di un elfo” (appropriata definizione, la tua, per definire le inclinazioni decisamente più terrestri che marinaresche di Fair!). Devo ammettere che questo pezzo non mi ha particolarmente appassionata, per quanto ne abbia apprezzato lo stile di scrittura, sempre equilibrato e pieno di divertenti trovate semantiche.
    Ma come lo hai definito tu stesso, Matteo, questo è un capitolo TRANSitorio”, per cui credo il pathos tornerà a farmi sobbalzare AL DI LA’ DEL mare, non appena Fair, poco dopo aver gridato “Terra! Terra!”, potrà ancorare i suoi piedi al suolo.

    Aspetto il prossimo capitolo.

  5. In questo capitolo diciamo che non succede proprio niente! E’ un capitolo morto, ma mi serve postare anche le schifezze, per capire cosa fare in seguito. Sono a un punto critico su Fair e devo decidere cosa farne, grazie anche ai vostri commenti.
    Per quanto attiene al tuo spoiler, Gioia, mi piace un sacco (ormai non ne potrei fare a meno), ma temo che tu abbia letto una versione differente…

    Alla prossima!

  6. Effettivamente, leggendo, mi sono immaginata un seguito che ero sicura non c’entrasse niente ma l’idea di Fair che gridava Terra! dopo essere stato in mezzo al mare e averne sofferto, era divertente…
    Ma questo spoiler rientra semmai nel mio orizzonte d’attesa come lettrice, che io ho spifferato qui. Insomma non farci caso e continua a scrivere quello che ti pare. va bene?

  7. Gioia, i tuoi commenti mi piacciono talmente tanto che se un giorno dovessi pubblicare un romanzo su Fair Ardagh, all’inizio di ogni capitolo voglio il tuo commento/spoiler.
    Io scrivo quello che voglio, ma tu continua a spifferare quello che vuoi, ok? Fair non sarebbe lo stesso senza.
    A presto!

I commenti sono chiusi.

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