Le nuove avventura di Fair Ardagh – capitolo 5

Segue dal capitolo 4

La spada si sfilò lesta dalla guaina, e con un sibilo sottile sembrò tagliare l’aria.
Fair si mise in guardia, con il cuore che ancora martellava nel petto per quell’apparizione improvvisa. Doveva smetterla di discutere con quell’assurdo manufatto. Finiva per sembrare un idiota agli occhi della gente e rischiava pure di morire.
Il guerriero rimase fermo, e osservò Fair con la stessa aria stolida di prima. Non estrasse né la spada, né la gigantesca ascia che portava sulla schiena. Ma era un gran bestione in ogni caso.
“Chi sei, che vuoi e perché mi segui?” – gridò Fair, tenendosi a una rispettosa distanza.
L’uomo corrugò la fronte, in un atto piuttosto comico che poteva dire molte cose: stava pensando, aveva mal di testa o si era appena ricordato di qualcosa.
Fair propendeva per il mal di testa. L’uomo continuò a fissarlo con la bocca semi spalancata. Era uno spettacolo a dir poco demenziale.
“Va bene. – disse Fair, correggendo il tiro – Una cosa per volta. Facciamo che mi dici chi sei, per adesso.”
L’omone si rianimò tutto.
“Sono Urd – borbottò con quella voce da basso soprano – della Casata di Orug, al servizio di Sua Maestà Imperiale, Calayunn.”
Fair si trattenne dal ridere sguaiatamente.
“L’imperatore, ammesso che sia mai esistito, è una mummia rinsecchita da almeno duemila inverni.”
“Noi attendiamo il suo ritorno” – disse Urd senza scomporsi.
Nemmeno Fair si scompose più di tanto. Di tipi assurdi ne aveva conosciuti, e forse anche più di questo. Abbozzò un sorriso.
“Bè, ho visto modi ben più strani per ammazzare il tempo. Ma dimmi, che cosa vuoi da me? Sei qui per la rivincita?”
Urd restò con gli occhi puntati nel vuoto, con un’aria assente. Tirò su col naso per tre volte prima di rispondere.
“No, no. Hai vinto tu, io volevo solo…”
“Sì?” – lo incoraggiò Fair.
“Volevo solo imbarcarmi sulla nave! – disse all’improvviso, come fulminato da un’intuizione del momento. Tutta quella vitalità stupì l’elfo.
“Perché?” – fu tutto ciò che gli riuscì di chiedere.
“Perché ho bisogno di lavoro. Mi sono offerto come mozzo subito dopo la sconfitta subita da te.”
Lo disse tutto d’un fiato e continuò ad annuire al sole, al vento o a chissà chi, come per convincersi che quell’affermazione fosse vera. Strano tipo, davvero!
Fair rimise via la spada, la qual cosa non mancò di farlo sentire sollevato. Chissà se succedeva anche ai grandi guerrieri, il fatto di odiare brandire la propria spada. Di sicuro no. Un vero spadaccino amava la sua arma.
“Quindi saremo compagni di viaggio. – rifletté Fair – Stabiliamo subito alcune regolette. Se mi stai lontano, io sono contento. Se mi stai molto lontano, diciamo io a prua e tu a poppa, allora ci sono buone probabilità che io rasenti la felicità. Sono stato chiaro?”
“E se a poppa ci sei tu?”
Fair rimase attonito, come se fosse stato colpito da un incantesimo di pietrificazione.
“Dannazione! – sbottò infine – Già parlo come un idiota alla mia spada, e ora…questo! Dai, sali!”
E indicò con un gesto plateale la passerella della nave.
Urd tirò su col naso quattro o cinque volte, poi sembrò rimpicciolirsi nelle spalle.
“No, no…non ti passerò certo avanti. Io ho perduto. Il passo è tuo.”
Fair guardò la nave, poi Urd, poi la nave ancora. Quell’infida passerella ondeggiava alla brezza sottile come un filo di canapa, steso sopra la tana di un drago dalle fauci spalancate.
“Sali!” – sbraitò.
Urd rimpicciolì ancora e poi, senza dire niente, sgattaiolò sulla passerella e scomparve oltre il parapetto della nave.
I pochi uomini lì attorno che ancora facevano finta di non interessarsi alla scena mollarono le loro attività e si voltarono, in maniera plateale.
“Bene, ora ho anche un pubblico.” – ringhiò sommessamente Fair.
La passerella incombeva di fronte a lui, con le sue oscure promesse marinare.
Coraggio, – lo incitò Maklaad – la nave è ancora ferma.
Ma il pensiero non bastò a calmarlo.
Sto per salire su una nave. – si disse.
La zuppa ribollì festosa a quei pensieri e fece capire a Fair che non sarebbe rimasta stabile dov’era troppo a lungo.
Ti aspetta un bel digiuno. – ridacchiò Maklaad.
Fair non rispose. Piantò un piede sulla passerella e poi, con fare in apparenza disinvolto salì sulla Therrit, e gli riuscì abbastanza bene di non ondeggiare né barcollare nemmeno una volta, sotto lo sguardo vigile e severo di tutti gli astanti del molo numero quattordici.

Ancora una volta, quella dannata spada aveva ragione!

CONTINUA…

14 Risposte a “Le nuove avventura di Fair Ardagh – capitolo 5”

  1. Veramente ben scritto e, come al solito, la trama si arricchisce via via di elementi imprevedibili, capaci di catalizzare l’attenzione del lettore e di pungolarne la curiosità.
    E ora che succederà?, mi chiedo.
    Nel nostro duo collaudato (Fair e la sua spada), si è intrufolato questo strano personaggio, Urd, e certo i nostri eroi solitari – entrati loro malgrado a far parte di un terzetto – ci regaleranno molti altri momenti d’ilarità e di suspance. Almeno spero…

    Alla prossima, Matteo.

  2. Gioia, te lo devo dire: ogni volta che leggo un tuo commento mi chiedo cosa sarebbero i racconti di Matteo senza…
    Sai tipo la fine di una puntata in tv, dove la voce narrante tira le somme della puntata e si chiede che succederà in quella successiva? Ecco, è esattamente l’effetto che mi fanno i tuoi commenti! 😀
    Comunque ti quoto, la curiosità nel leggere i capitoli aumenta sempre di più!

  3. Grazie Gioia per il tuo apprezzamento. Sono d’accordo con Simonetta (una volta tanto) che i tuoi interventi facciano ormai parte integrante della storia. Una sorta di speaker ufficiosa.
    Non ti anticipo nulla, sennò che gusto c’è?
    Anzi, no, una cosa va detta. Fra 5 capitoli circa finisce questa prima parte di Fair Ardagh e non ho ancora idee per la seconda (in tutto dovrebbero essere tre), quindi, preparatevi a rimanere orfani…

  4. Ormai vige l’anarchia sul blog. Amministratrici che parteggiano per i lettori contro il fondatore, lettrici che vanno sempre e continuamente off topic…ah, che mondo!
    Valeria, il sondaggio era nell’altra discussione. E tra parentesi, Gioia è un pezzo che ha l’avatar. Credo sia quello di default di WordPress. Ma lei ha un blog. Molto bello, tra l’altro (sì, io POSSO pubblicizzare gli altri blog sul mio blog).
    Ciò detto, non mi offendo se lasci un commento inerente l’argomento. Del tipo: bello/brutto, Urd è gay?, secondo me Maklaad e Fair avranno una storia, e cose così.
    Alla prossima!

  5. AAAHHHHHHHHHHHHHHHHH! Mi hai pubblicato un Fair mentre ero via!!!!
    Con calma me lo leggerò e commenterò di conseguenza! XD

    Ciao Matteo!

  6. Ecco fatto, letto.

    Bello, come sempre; solo questa frase non mi suona “giusta”… ma potrei essere io che sono cotta morta!

    Alla prossima!

    p.s. la frase: “gli riuscì abbastanza bene di non ondeggiare né barcollare nemmeno una volta”

  7. O mamma, non posterò più niente quando sei via, promesso!
    Per la frase incriminata, probabilmente sono cotto anch’io, ma non riesco a capire cosa non va. Potrei aprire un sondaggio al riguardo…
    Comunque, bentornata!

  8. Forse sono quei non/nè/nemmeno… troppo risonanti.
    Facciamo che lo rileggo domani con più calma e poi ti ridico…

  9. Grazie mille Erika. Ok, attendo i tuoi rilievi, ma dopo che ti sarai riposata con calma. Tanto, Fair non scappa…

  10. Che ridere i vostri commenti… 🙂
    Eh, sì! Mi sa proprio che sull’equipaggio della nave (e non indendo quella dov’è appena salito Fair con la sua “ciurma”, bensì questa dove siamo ora, in mezzo al mare di Internet), si sta levando un lieve vento di ammutinamento, capitano. Tutti i tuoi lettori, infatti, scrivono quello che vogliono invece di tessere lodi all’autore di Fair e combriccola! Che ci vuoi fare?

    P.S. Grazie Matteo per la qualifica di speaker ufficiosa che mi hai affibbiato: me ne sento onorata e cercherò di portare avanti l’incarico nel migliore dei modi possibili. E grazie pure per la pubblicità gratuita al mio blog. Questo davvero mi ha lasciato senza parole.

    Per la questione dell’Avatar: quello che vedete me lo sono fatto io con un servizio gratuito. Un po’ mi somiglia.

  11. Gioia, mi sa che hai ragione. Qua vige l’anarchia più selvaggia. Ma se devo essere sincero, va bene così. La mia idea del blog è sempre stata quella di un luogo di ritrovo, un luogo dove, a partire dai miei scritti, le persone si possano ritrovare e sentirlo un poco anche “loro”.
    Non è obbligatorio farmi i complimenti, anche le critiche vanno bene, anzi, possono essere utili. E vada anche per gli off topic…
    E’ un pò come un salotto. Si parla del tal libro, ma anche di tutto di più. Vedremo dove si va a finire…

    ps: grazie di che, ma scherzi? Io vado matto per i tuoi commenti. A volte penso che siano più belli degli scritti stessi! Quasi quasi pubblico quelli al posto dei racconti, così risparmio anche tempo. Parlare del tuo blog è un piacere per me.
    Alla prossima!

  12. Niente correzioni, mi associo a Erika sulla frase che non suona bene, e stop.
    Il tuo elfo è buffo, ma non mi sbilancio: non lo conosco ancora bene!

I commenti sono chiusi.

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