Le cose semplici – uno

Marco fece ruotare la pistola, come in quei vecchi western. Tirò fuori il tamburo e gli diede un bel giro. Poi caricò i proiettili uno a uno.
Bene. L’arma l’aveva, le munizioni anche, la voglia di uccidere pure.
Mancava solo un bersaglio.
Guardò l’asilo di fronte a casa e sorrise.
Meglio iniziare con le cose semplici.

UNO

Scese in strada.
Era mezzogiorno, il sole scaldava l’aria e l’asfalto e trasformava le persone in contenitori di sudore. Si diresse a grandi passi verso il cortile dell’asilo. Schivò i passanti senza mai guardarne in faccia uno, arrivò al cortile e scavalcò d’un balzo la piccola staccionata.
Atterrò di fronte a un bambinetto. Aveva due occhi intensi e grandi.
«Che sta facendo?»
Una maestra, col tono spaventato, si diresse in fretta verso il fanciullo.
Marco tirò fuori la pistola, la puntò e tirò il grilletto. Sembrò esplodesse l’aria, poi la testa della donna si aprì in due e inondò il prato e i bambini attorno di schizzi di sangue e di cervello. Il corpo si afflosciò come un sacchetto vuoto, senza il minimo rumore.
Il mondo si fermò, quasi fosse congelato dall’istantanea di una fotocamera.
Poi, urla e pianti, grida di terrore, maestre in fuga, bambini che correvano senza una meta.
In quel caos, Marco guardò il bimbo. Stava immobile come un pezzo di granito.
«Enzo? Cucù!», disse Marco e gli piantò un colpo in mezzo agli occhi, a bruciapelo.
La testolina scoppiò come un palloncino, spruzzando carne e sangue sull’erba e sui suoi pantaloni nuovi.
Marco si girò e saltò ancora al di là della staccionata. Corse in strada, incurante delle auto. Aveva il fiatone, sentiva l’adrenalina calare e il suo corpo cominciare a risentire dello sforzo.
Vide le auto della polizia ancora prima di sentirle. Il traffico si aprì come il Mar Rosso e due volanti gli saltarono addosso, come tigri in caccia.
Lui piantò i piedi e sparò. Le auto si fermarono.
Sparò ancora, e poi ancora e ancora, senza curarsi di vedere chi o che cosa avesse colpito. Dalle auto giunsero dei botti, poi sentì i proiettili fischiare. Un dolore acuto, penetrante, gli paralizzò una spalla.
Urlò, ma gli mancò il fiato. Il corpo decise in quel momento di lasciarlo.
Marco perse l’equilibrio e rovinò al suolo. Una cortina opaca e dolente gli velò lo sguardo.
E il Geberit dov’era? L’aveva abbandonato? Era davvero mai esistito?
Marco sorrise. Non aveva risposte. E comunque, a che cazzo gli servivano?
La tenebra ormai lo ricopriva.

E il mondo infine si spense.

 

 …continua

 

8 Risposte a “Le cose semplici – uno”

  1. Molto ben scritto, ma che angoscia!
    Sono curiosa di leggere il seguito. Ci sarà una spiegazione per un gesto così estremo? Perchè proprio un bambino?
    Questo racconto mi ha lasciato in una sensazione di spaesamento!

  2. Grazie a entrambi.
    @Elisa: mi fa piacere di averti creato spaesamento (anche se a te forse meno…) Appena ho un attimo passo a leggermi il tuo blog, che ho adocchiato da un pò. Ho persino intravisto un racconto cyberpunk se non erro…i love cyberpunk!

  3. O mio Dio… Questo è il lato dark/splatter di Matty! XD

    Immagini limpide, descrizioni perfette e brevi… Adoro il ritmo che crei nei racconti!
    Vediamo il seguito sperando che è tutto un sogno e il bimbo non l’ha ucciso davvero! Sniff…

  4. Grazie anche a voi due.
    Lo spaesamento è d’obbligo. Ma le prossime puntate sono tranquille, pure troppo (mi sa che ho dato il “meglio” qui), per cui non preoccupatevi.

  5. Davvero scioccante il contenuto e notevole il ritmo narrativo. Subodoro qualcosa di beffardo, che gioca con la vita. Inquietante, sì, ma prevedo una logica in tutto questo, almeno di solito la sai creare. Chi tocca i bambini è un uomo morto, ma forse Marco era già morto, dentro. Scusa se i miei pensieri volano, ma ho imparato che dietro ogni gesto, anche il più efferato, c’è sempre un mondo di paure. Brillante la tua scrittura, ho gradito veramente, perchè so che con te non ci si stanca mai di scoprire lati sconosciuti, oscuri e inaspettati. Complimenti!
    A proposito, ricambio con affetto gli auguri che mi hai “spedito” attraverso il tuo blog, a presto Daina

  6. Certo che mi conosci davvero bene! Non commento il tuo commento, sennò va a finire che racconto come va avanti il tutto!
    Grazie per le tue condivisioni, che apprezzo e condivido direi in toto.
    E grazie anche per i complimenti e gli auguri!
    A presto!

I commenti sono chiusi.

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