Il cammino degli eroi

bridge-720584_1280Quand’ero piccolo avevo un senso di giustizia molto spiccato.
Non lo so perché.

Soffrivo per le vittime, mi arrabbiavo per le ingiustizie.
Ho sempre cercato di capire se esisteva un modo per evitare che ci fossero entrambe. Insomma, volevo cambiare il mondo.

Tifavo per gli eroi, quelli che magari anche muoiono, ma lasciano un mondo migliore di quello che hanno trovato. Forse perché vidi Conan il Ragazzo del Futuro a sei anni? Ma chi lo sa. Sarà per questo che Quentin Tarantino mi piace così così e Kurosawa invece è il mio regista preferito. Non ci sono eroi in Tarantino: solo stronzi un po’ meno peggio degli altri.

Non sapevo dove cercare.
Così ho guardato alla filosofia, alla religione, alla politica. La prima l’ho scartata in fretta. La seconda anche. Non funzionava per cambiare il mondo. La politica mi dava più speranze. Era il luogo dove si potevano dare risposte alle ingiustizie.

Poi c’è stato un giorno in cui ho realizzato che il mio voto, a chiunque fosse andato, non avrebbe cambiato nulla. Gli interessi particolari sovrastavano quelli collettivi, i poteri economici sovrastavano qualsiasi altro interesse. È stato un momento molto doloroso, una botta di realismo e di sconforto. Non c’erano abbastanza eroi nemmeno lì.
Non smisi di cercare, ma le risposte erano sempre deludenti.

Anche la mia vita, nel frattempo, era parecchio deludente.
Era come una stanza buia, dalla quale non sai come uscire e non sai nemmeno come accendere la luce. Non sai nemmeno se la luce c’è.
Poi un giorno, nel suo momento più basso, quello in cui tutto il dolore e le scelte sbagliate esplodono in contemporanea, feci l’incontro più importante della mia vita.

Cos’è che cercavo? Cercavo un modo per uscire da quella stanza oscura e greve.

Volevo un modo per non fare più scelte stupide e distruttive. Di quelle che, per quanto ci giri attorno, ti trovi sempre al punto di partenza.

L’equazione, in fondo, era semplice: avevo bisogno di conoscere di più me stesso, per fare scelte migliori e creare una vita che fosse davvero “a mia immagine e somiglianza”. Qualcuno potrebbe chiamarla felicità, altri realizzazione personale. Io non uso né l’uno, né l’altro termine, ma voi potete farlo, per quanto impreciso sia, se preferite.

Incontrai il mio insegnante, Silvano Brunelli e il Centro Studi Podresca, un centro di ricerca raffinatissima sulle abilità della persona, un luogo dedicato a cercare strumenti per migliorare la consapevolezza degli individui e aiutarli a realizzare una vita ricca e soddisfacente.

È difficile trovare qualcuno davvero degno di fiducia nel mondo della crescita personale, un mondo ad alto tasso di cazzate New Age e imbonitori da baraccone.
La ricerca spirituale, la ricerca di sé – anche qui, chiamatela come vi pare – è un settore pieno di mistificazioni e interpretazioni fasulle.
A me andò bene. Non mi sono mai pentito. Non lo farò mai.

Alla fine di una lezione Silvano ci disse che il suo scopo nella vita era semplice: voleva cambiare il mondo. E ci chiese di seguirlo in questo. Che avesse guardato anche lui Conan il Ragazzo del Futuro?

Ero emozionato. Per la prima volta, compresi qual era la strada.
Non la politica, non i grandi ideali, non le idee immortali calate dall’alto come una mannaia da un’autorità illuminata. La via era cambiare la consapevolezza delle persone.
Cambiare le persone in meglio, per cambiare il mondo. Persone migliori per un mondo migliore.

Ma io non avevo forza, né autorità, né potere. Non sarei mai entrato in politica. Non avrei retto due minuti. Perciò capii che non potevo fare nient’altro se non migliorare me stesso e la mia piccola fetta di mondo.

Era molto poco rispetto ai sogni grandiosi di cambiamenti epocali, ma c’era un vantaggio non indifferente: questo era reale.

E così intrapresi il viaggio per diventare una persona migliore, per avere una bella relazione e una bella famiglia, per avere attorno belle persone.

Era la mia fetta di mondo.
Un mondo di persone che tentano di non ferirsi e di comprendersi sempre quando ce n’è bisogno.
La ricerca della verità di me e dell’altro a tutti i costi, la ricerca della comprensione di me e dell’altro a tutti i costi non è un obiettivo così banale come sembra.

Potevo farlo? Sì, potevo farlo.
Ho fatto tanti errori, ma quella piccola fetta di mondo in parte l’ho realizzata.

Poi ho studiato per insegnarle le cose che avevo imparato.
Per insegnare le abilità di relazione, come comunicare correttamente, come ottenere e come dare sempre la comprensione, come chiedere e ricevere aiuto, come non ferire, come trasformare una vita piena di problemi in una piena di progetti.

Un mese fa ho aperto partita IVA.
Ok, è il regime dei minimi, ma sempre partita IVA è. L’intento è duplice: essere l’ennesimo pollo da spennare per lo Stato e soprattutto, avviare un’attività e condurre corsi di formazione per insegnare le abilità di relazione.

Le abilità che ho studiato hanno funzionato.
Ci ho costruito la mia piccola fetta di mondo – matrimonio, amicizie, collaborazioni – come volevo che fosse. Ha funzionato per me. Può funzionare anche per altri.
Le persone più importanti che ho incontrato nella mia vita sono diventate anche quelle con cui collaboro per lo stesso fine comune: le ragazze del team di InformAzioneCrescita e il mio caro amico Davide, di CrescitaLibera.
Tutte persone che tentano di fare la differenza per un mondo migliore.

Ho una paura micidiale.
All’alba dei quarant’anni (o al tramonto definitivo dei trenta) mettersi a rivoluzionare l’esistenza non è da incoscienti? Partire da zero, imparare da zero cose nuove, molte delle quali avevo giurato di non imparare mai, avrà senso?

Lo ammetto, penso più spesso di no, che sì.
Ma mia moglie dice che sono coraggioso. Sarebbe un peccato deluderla.

Alla fine comprendo che quello che voglio è essere anch’io uno di quelli che ci provano a lasciare il mondo migliore di come l’hanno trovato. Uno di quelli che non fa compromessi con la falsità. In fondo è tutto qui quello che voglio fare.

Andare insieme lungo il cammino degli eroi.

2 Risposte a “Il cammino degli eroi”

  1. Ciao si conoscere se stessi è il compito giusto e Silvano è un maestro per questo, ma poi fare il passo successivo che hai fatto tu è arduo e non è da tutti complimenti per questo bellissimo compito…risvegliare la consapevolezza nel altro
    grazie e auguroni per tutto

I commenti sono chiusi.

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